venerdì 29 luglio 2016

Mostra Ultratrail Cappella Marchionale dal 22-7-16 al 24-7-16 e Geometria medioevale Revellese

Inizio questo nuovo articolo in un modo un po' particolare prima di stilare un resoconto della mostra dedicata alle distanze estreme presso la Cappella Marchionale di Revello. Infatti in tre giorni di permanenza in quel antico e bellissimo locale ho studiato per forza di cose, ogni dettaglio... Per me è stato entusiasmate scoprire che posizionandosi ad osservare le due vetrate della Cappella, a seconda di dove si staziona, si vedono da entrambe sempre dei luoghi chiave già presenti alla data della sua costruzione, almeno secondo le raffigurazioni di allora del paese.
Così appoggiando esattamente i piedi contro lo scalino, restando esattamente in centro si possono vedere contemporaneamente sia la chiesa di Santa Sofia dalla finestra di sinistra e quella di San Biagio a destra(ora coperta dalla vegetazione). Quindi andando sul lato destro in visione del campanile delle ore, in direzione dei ruderi del castello e spostando lo sguardo verso la finestra di sinistra si riesce a vedere contemporaneamente il campanile piccolo di San Michele, nella esatta direzione della Cappella di San Leonardo. Quindi posizionandosi esattamente sul lato opposto di sinistra si osserva a il campanile di piazza Denina e voltando lo sguardo sulla finestra di destra si può vedere il forte del Bramafam. Davvero impressionante!

Non credo che questa geometria di luoghi medioevali sia una coincidenza. Probabilmente la Cappella o questi luoghi a quel tempo sono stati posizionati così proprio perché si vedessero in quel modo dalla Cappella Marchionale. La religiosità di allora dettava spesso la conformazione di crescita urbanistica di molti paesi e Revello probabilmente non è sfuggito a questa regola.
Segue schema:


Dopo questa particolare introduzione sul locale che ha ospitato la mostra sulle distanze estreme veniamo ad alcuni dettagli in più... L'afflusso di gente è stato graduale anche se corposo nei giorni di venerdì e sabato. Alla domenica invece l'afflusso è sfuggito di mano tanta era la gente che veniva ad osservare le 'gesta possibili' con il Monoallenamento settimanale nel campo delle distanze estreme.
Mi colpisce sempre quando la qualcuno mi dice che 'a loro non basta una volta alla settimana' per preparare distanze estreme a piedi. Ovviamente controbatto sempre mostrando l'evidenza delle mie imprese negli ultimi dieci anni concluse unicamente con l'uscita singola settimanale(la mostra è servita anche a dare l'esempio pratico sulle possibilità reali efferte dal Monoallenamento). A loro volta queste persone ingenuamente insistono con la loro opinione evidenziando che io mi alleno molto su altre discipline, scordano però che la maggior parte delle mie avventure a piedi viene svolta d'estate, periodo in cui l'allenamento in palestra è davvero esiguo visto che i corsi fitness si fermano sempre a fine maggio nel mio centro. Per me questo scetticismo iniziale non è altro che l'ulteriore evidenza di speculazioni infondate legate alla pura paura di provare con il Monoallenamento, probabilmente con alla nascita un'insicurezza di fondo che per molti atleti cerca di essere colmata con il motto del 'di più è meglio'. La soluzione ad alta frequenza per i più non è nient'altro che l'anticamera dell'infortunio cronico, che prima o poi porta all'abbandono della pratica ultratrail. Ovviamente i campioni per varie caratteristiche genetiche personali sono particolarmente dotati e riescono a recuperare anche da duri allenamenti multipli, loro quindi escono dallo schema di possibilità della persona normale. Allenarsi come un campione non ti trasforma in un campione, sarebbe troppo facile!!! E' un fatto di 'base fisica' differente... Molte persone tentano la via dell'esagerazione per rovinarsi addirittura prima di arrivare alla gara ultra!
Dopotutto il Monoallenamento è una tecnica altamente specifica per la preparazione ultratrail che rispetta i tempi di recupero sia organico che psicologico. Infatti non è affatto specifico nell'ultratrail fare tre quattro allenamenti a settimanali da 10 km ciascuno per diventare capaci a chiudere percorsi di 100 e più chilometri in soluzione unica durante la gara. Mentre prodigarsi una volta alla settimana in allenamenti di tipo trail o ultratrail che oscillano tra i 20 e gli 80km con cadenza settimanale, rappresenta una soluzione decisamente specifica di allenamento per portare a termine lunghissime percorrenze a piedi e quindi nei giorni successivi godersi un recupero attivo, cimentandosi con altre discipline che completano la preparazione fisica in modo differente dalla corsa... Nel libro sul Monoallenamento si parla molto di recupero organico attivo e non di sedentarismo tra le uscite ultratrail di preparazione!
Nella mostra Revellese il mio intento era principalmente quello di sensibilizzare il pubblico al come si può arrivare a chiudere percorsi imponenti chilometricamente senza danneggiare il fisico!
Lo sport deve essere portato avanti per il rispetto della salute e troppe volte l'agonismo porta ad esagerazioni con allenamenti inutili che danneggiano il fisico del praticante distogliendolo dal divertimento di fare movimento. Il Monoallenamento non è nient'altro che la soluzione meno invasiva per praticare trail ed ultratrail per tutta la vita, senza farsi mai male.






Sezioni principali della pagina web dedicata agli ultratrailers:





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