lunedì 28 novembre 2016

Recupero Ultratrail e carico multivitaminico/minerale

L'ultratrail è di certo un'attività avventurosa che crea nel praticamente appassionato un alto grado di dipendenza. Situazione che alla lunga porta ad andare altre le proprie capacità di recupero anche nei riguardi di coloro che stanno attenti a non 'forzare troppo la mano'.  Andare oltre un certo  chilometraggio a piedi in soluzione unica può portare facilmente ad una grande deplezione delle risorse minerali e vitaminiche interne. Infatti chilometro dopo chilomentro si vanno a consumare progressivamente non solo gli zuccheri ma anche i tessuti, si innesca una vera e propria combustione dei tessuti per garantire la prestazione. In gergo tencnico tale situazione viene denominata 'catabolismo fisico'.
Negli anni, pur con un organizzazione molto specifica grazie alla soluzione del Monoallenamento mi è successo sovente di sperimentare un forte calo metabolico dopo allenamenti e gare più lunghe. Per rimediare al problema ho tentato varie soluzioni per incentivare il recupero postallenamento, mangiando di più ma così facendo mi sentivo ancora più stanco per via del grosso carico di risorse verso l'apparato digestivo e il rischio di crampi, vista la grossa fetta di circolazione sottratta ai muscoli degli arti inferiori ormai completamente debilitati dalle ore di percorrenza continuativa...
Una soluzione che ho trovato ideale dopo molta sperimentazione con vari prodotti nel mondo dell'integrazione alimentare, é stata quella dell'assunzione di una pastiglia di integratore vitaminico/multiminerale.  Un espendiente che consumato subito dopo l'arrivo dalla performance restituisce via via un recupero sempre maggiore mano a mano che passano le ore. Si nota la differenza dal prenderlo al non prenderlo già nelle dieci ore successive all'arrivo dal giro a piedi. Tale condizione di sensazione di 'recupero produttivo' si ha forse proprio perché il consumo di elementi organici e variato e differenziato su più fronti. Un integratore del genere con uso semplice all'arrivo dell'allenamento ultra, regala certamente una imponente quantità di ogni vitamina disponibile e minerale, andando immediatamente a sopperire al consumo dovuto alle molte ore di attività. Inoltre riesce a fare tutto il lavoro reitegrativo attivando al minimo il processo digestivo, così da immagazzinare il necessario coefficiente alimentare lasciando piene risorse sanguigne verso i muscoli, evitando così spiacevoli e dolorosi crampi. Il disagio dei crampi muscolari è molto frequente dopo le grandi abbuffate post allenamento, ché impegnano per ore ed ore gran parte delle risorse corporee per immagazzinare tutto il necessario assunto durate il corposo pasto!



Devo aggiungere che non sono mai stato favorevole ad assumere un 'prodotto da laboratorio' però devo anche essere coerente con gli effettivi e tangibili risultati ché ho sentito nel recupero dopo l'assunzione di uno di questi prodigiosi integratori alimentari. Si tratta veramentedi di un 'provare per credere' dato che bisogna comunque assumenre il prodotto giusto nel momento giusto, evitando inutili mix come spesso si verificano nel mondo sportivo nella speranza di ottenere quelche improbabile miracolo fisico...
Un discorso specifico è da fare riguardo alle quantità necessarie a seconda della performante sostenuta. Infatti se il giro trail è troppo breve e scorrevole probabilmente non è necessario assumere nulla, diventato sufficiente nutrirsi in modo ragionevole... Mentre ho notato che quando supero alcune soglie chilometriche nei miei giri in montagna diventerai necessario un proporzionalmente e aumentato del consumo di questa formidabile pillola.
Quindi agisco così: se arrivo a 16km in salita assumo un compressa di Supradin efervescente, mentre se arrivo a 24 saranno due compresse ed ancora se arrivo a 35km allora tre... ovviamente non le prendo tutte insieme perchè l'organismo ne risulterebbe sovraccaricato e ne aspellerebbe gran parte. Cerco di consumarne una ogni quattro per dare il tempo al corpo di assimilare il prodotto. Prendo sempre la compressa 20-30 minuti prima di consumare il vero spuntino...

Tale espediente del carico vitaminico deve essere associato ad un alto quantitativo d'acqua da consumare nel post allenamento sorseggiando da una grossa bottiglia per tutto il giorno. Ciò sarà utile all'idratazione corporea così come a tenere pulito il corpo dalle scorie metaboliche accumulate durante la performance sportiva, oltre che alla corretta assimilazione del supplemento assunto.
Concludendo tale accorgimento migliorerà la condizione metabilica di chi ha sperimentato un forte calo metabolico conseguente a ripetute distanze estreme concluse negli anni. Condizione che si verifica frequentemente dopo i 40 anni di età, vista la distesa fisiologica delle capacità di recupero dovuta al abbassamento del profilo ormonale generale. Invece coloro che o per giovane età o per 'fortuna fisiolocica' non hanno mai sperimentato una situazione di stanchezza continuantiva da allenamento eviteranno nel tempo che questa si verifichi.
Sovente, fino a che certe situazioni non si verificano non si da peso alla peso alla voce di chi le ha vissute. Si pensa di essere sempre dei super uomini ma poi il giorno della 'sofferenza' prima o poi arriva e così ci si rende conto di essere tutti sullo stesso piano. È quello che é successo a me dopo tanti anni di Ultratrail ma che ora con questo piccolo espediente sono riuscito a risolvere.
Non per pubblicità ma perchè mi sono trovato bene, vorrei indicare un paio di multivitaminici famosi che ho usato con successo: Supradin e Multicentrum.

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mercoledì 9 novembre 2016

L'esperienza del Monoallenamento di Daniele per risolvere il fantasma dell'infortunio

Propongo qui l'esperienza di Daniele, con il metodo del Monoallenamento per la preparazione Ultratrail, grazie alla quale è riuscito a completare una lunghissima serie di competizioni rivolte alle lunghe distanze a piedi debellando l'infortunio articolare. Segue la sua descrizione:



 "Ho iniziato a correre in prima superiore: al liceo mezzofondo veloce (800 e 1500), dopo il servizio militare gare su strada per tre anni (dai 5 km alla mezza maratona), poi orienteering per una ventina d'anni (attività tranquilla, non più di 2-3 allenamenti alla settimana di 60' al massimo).
Nell'autunno 2013 mi sono dovuto fermare perché il tendine d'Achille del piede destro non reggeva più i ritmi della corsa e, dopo un anno, la cosa non migliorava ...
Il 30 agosto 2014 ero casualmente a Crissolo all'arrivo del Tour Monviso trail e rosicavo, perché un anno di sosta è lungo per uno che praticamente non si è mai dovuto fermare per infortunio. In un angolo vedo un banchetto che vende libri e butto l'occhio su un piccolo libretto dal titolo accattivante, che sembra promettere di poter fare gli ultra trail con un solo allenamento alla settimana e tre sedute di un altro sport che non sia correre.
Io, da tempo appassionato alle gare su lunghe distanze e convinto, infortunio a parte, di non avere a disposizione il tempo per allenarmi seriamente su competizioni di quel genere, mi incuriosisco, lo compro, lo leggo praticamente tutto d'un fiato e decido che ci potevo provare: un solo allenamento a settimana, per quanto lungo, ci poteva stare negli equilibri familiari, i ritmi bassi probabilmente erano compatibili con il mio tendine e, per quanto riguardava l'attività complementare, io andavo già ogni tanto in palestra a far ginnastica con mia moglie, si trattava solo di essere un po' più metodici.
Quindi comincio, praticamente da zero perché dopo un anno di sosta atleticamente ero uno straccio: ricordo ancora la prima uscita (5 km in piano ad un ritmo da lumaca) e i dolori muscolari dei giorni seguenti, mi sentivo un vecchietto sciancato ... però avevo ricominciato!
Per farla breve: sette mesi dopo, ad aprile 2015, ho concluso più che onorevolmente la Maratona Alpina di Val della Torre (42 km con 2600 m di dislivello, 35° su 93 classificati), seguita poi da altre gare via via più lunghe fino al Cro Trail 2016 (115 km con 7000 m di dislivello, 65° su 115 classificati).
La ciliegina doveva essere il Tor des Géants 2016, tra l'altro un mese prima del mio 50° compleanno: purtroppo un ruzzolone in bici mentre andavo al lavoro, dieci giorni prima della gara, mi ha costretto a partire ancora claudicante e a Perloz ho dovuto alzare bandiera bianca (dopo 157,7 km e circa 13.000 metri di dislivello).




Cosa dire del mono allenamento settimanale? Su di me funziona, mi ha permesso di scoprire una nuova filosofia delle lunghe e lunghissime distanze, il mio fisico si adegua molto bene allo sforzo prolungato grazie agli abbondanti recuperi tra una seduta di allenamento e l'altra, i ritmi bassi permettono al cervello di ragionare e gustarsi l'ambiente in cui si corre, mentre cresce una sorta di consapevolezza del proprio corpo consolidata nelle lunghe ore passate solo con me stesso.
Certo, non è tutto facile: gli schemi del libro vanno adattati alla propria situazione, bisogna capire bene come alimentarsi per non avere crolli durante gli allenamenti più lunghi, ci sono imprevisti e inconvenienti da affrontare (nel mio caso un'anomala rotazione delle ginocchia verso l'esterno che mi provocava l'infiammazione della bandelletta ileo tibiale negli impegni sopra i 50km, risolta con una soletta grazie alla competenza di un osteopata e di un podologo), bisogna riuscire ad essere costanti e tenaci negli allenamenti, destreggiandosi tra lavoro, famiglia e condizioni meteo non sempre incoraggianti. Però il sistema funziona, le gare si portano al fondo, aumenta la soddisfazione a mano a mano che si guadagna autonomia e, soprattutto, si scopre un mondo fatto di ritmi lenti, equilibrio con il proprio corpo e contatto con la natura che, senza quel libricino, non sarei riuscito ad assaporare."

Spero che le parole di questo atleta siano un punto di riflessione per altri ultratrailers che vogliono cimentarsi in modo sicuro e con soddisfazione nello sport di ultratra resistenza.

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