domenica 8 gennaio 2017

Prevenire il cancro con ultratrail

È da un po' di tempo che ho in mente i concetti che stanno per seguire, frutto di alcune intuizioni. Riporto questi pensieri con il più completo beneficio del dubbio vista la delicatezza dell'argomento e la più totale assenza di fondamenti scientifici provati.... Si tratta solamente di mie personalissime teorie legate all'esperienza ultratrail vissuta in questi anni e relative deduzioni in merito.
Vorrei scrivere in questo articolo su una delle tante finalità benefiche dell'ultratrail. Si perché gli effetti positivi di questa disciplina sono svariati, con però l'opzione di stare attenti a non esagerare vista la reale possibilità d'usura corporea se non sono rispettati i giusti tempi di recupero.
Non voglio menzionare tecniche di allenamento relative alla performance dell'atleta ma ad una soluzione che può migliorare l'efficienza metabolica e la prevenzione di molte malattie, qui tutto è rivolto in particolare a una di quelle che fanno più paura: il tumore!
Lo sport ed in particolare la vita sana sono l'arma più efficace per proteggere il corpo da svariate malattie. L'ultratrail però è a mio avviso la soluzione di prevenzione più potente contro il cancro. Non legata ad un farmaco di qualche genere o a un determinato cibo ma solo al puro e semplice movimento. Attenzione vorrei sottolineare bene la parola prevenzione e non cura! Questo credo che sia un fattore importante al quale il lettore deve prestare la massima attenzione!
Infatti l'ultratrail per la sua caratteristica incentrata all'uso fisico ad oltranza fa si che il corpo si 'nutra letteralmente di se stesso' durate la performance. Ciò rappresenta il fattore chiave fornito da questa singolare disciplina per la prevenzione di questa subdola malattia.
Il metabolismo corporeo inizia a selezionare, durante una percorrenza ultra, quali tessuti sono maggiormente sacrificabili per far si ché si possa proseguire. Anche se il cibo viene introdotto dall'esterno, rappresenta comunque una minima quantità per poter fornire gli elementi necessari al proseguimento dell'impresa. Infatti mentre si pratica ultratrail difficilmente arriva la possibilità di dedicarsi ad imponenti abbuffate, altrimenti l'obbiettivo dell'arrivo diventa cosa remota. Le imprese ultra vengono svolte solitamente in una condizione che solitamente si avvicina ad una sorta di semidigiuno controllato. Pertanto il metabolismo per garantire il funzionamento fisico deve attingere dalle riserve energetiche stoccate(glucidi e lipidi) ma non solo. Vengono così 'bruciati' molti altri 'tessuti sacrificabili' e non necessari alla funzionalità corporea in atto in quel momento. Inoltre lo smaltimento delle tossine risulta altamente attivo, sia per mezzo dell'intensa sudorazione che dal catabolismo distribuito fra i vari tessuti(ossa, muscoli, tendini, organi...) tutti quelli sacrificabili, come appena accennato, o già danneggiati per altre circostanze e non immediatamente necessari alla durissima attività in corso...
Nel calderone delle 'parti sacrificabili' possiamo aggiungere eventuali crescite anomale, che anche se non ancora degenerate in processi tumorali possono diventarlo. Grazie all'ultratrail ed al suo straordinario impiego di risorse questo 'nutrirsi di se stesso' da parte del corpo, diventa possibile! Attenzione però, il meccanismo indotto dalle lunghe percorrenze non conduce all'aptosi(suicidio) cellulare di cui tanto si sente parlare oggi nella ricerca dedicata al cancro ma ad una disgregazione per produrre elementi nutritivi semplici necessari all'azione in corso, partendo da quelli meno necessari. Si tratta di una vera selezione metabolica dei tessuti in una situazione di crisi autoinflitta. Una sorta di smantellamento fisico. Ritengo che sia straordinario che uno sport possa avere delle proprietà così forti nei confronti della prevenzione tumorale, anche se ritengo prematuro parlare di cura dato che con ogni probabilità non esistono studi a riguardo. Ma perché lo sport è l'arma più formidabile nell'arsenale della salute di ogni persona ed è sempre l'ultima ad essere presa in considerazione dalla scienza?! Credo ché sia una domanda lecita visto ché il nostro organismo è 'progettato dalla natura' per muoversi ed interagire con l'ambiante. La sedentarietà è l'anomalia che il più delle volte sta alla base di ogni patologia... Qui emerge la solita retorica di natura economica: lo sport è una soluzione a buon mercato che non arricchisce adeguatamente chi lo promuove!
In virtù di queste considerazioni se il lettore è una persona sana che però a livello famigliare presenta una parentela con altri membri che sono malati o sono stati malati di cancro, allora l'utente farebbe bene a prendere in considerazione l'ultratrail per la prevenzione tumorale.
Si tratta di una disciplina più che altro legata alla forza di volontà nella andare oltre la fatica. Alla determinazione di raggiungere traguardi lontani decine o centinaia di chilometri con tappa unica in mezzo alla natura su percorsi spesso montani. È uno sport bello e avventuroso, da praticare per lo più in solitudine, con un'alta attitudine meditativa che permettere di conoscere a fondo se stessi ed i propri limiti, di sperimentare una nuova condizione della sopportazione fisica. Si diventa così un tutt'uno con la natura.
L'ultratrail è un esperienza incredibile che quando la si conosce non la si abbandona più e se in aggiunta può esistere la possibilità che possa essere preventiva nei riguardi di un patologia grave come il tumore, allora deve essere presa in considerazione dalla comunità dei ricercatori ma anche dai nuovi praticanti con un situazione famigliare a rischio.

Sezioni principali della pagina web dedicata agli ultratrailers:





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